L' Archivio di Stato di Brindisi è nato come sezione con Decreto del Ministero dell'Interno del 31 marzo 1954 ad è divenuto Archivio a tutti gli effetti in seguito al DPR n. 1409 del 30 settembre 1963, che dispose l'istituzione di un Archivio di Stato in ogni capoluogo di provincia.
Nel 1990, dopo oltre 25 anni trascorsi in locali non propriamente idonei, l'Archivio di Stato di Brindisi è stato finalmente trasferito nella nuova sede in piazza S. Teresa, in un edificio di particolare interesse storico artistico, restituito alla città da un complesso lavoro di restauro durato quasi 10 anni.
Si tratta dell'ex convento di Santa Teresa, edificato nella seconda metà del '600 dai Carmelitani Scalzi "nel più commodo sito e nell'aria più salubre della Città", nel centro storico a ridosso dell'omonima chiesa. Era servito poi, durante il XIX sec., come caserma e infine lasciato in totale abbandono, tanto che, negli anni '60, ne era stato perfino proposto l'abbattimento allo scopo di riutilizzarne l'area come suolo edificatorio. Finalmente, nel 1962, l'immobile era stato dismesso dal Ministero della Difesa, divenendo così bene disponibile dello Stato, del quale il Ministero delle Finanze - Direzione Generale del Demanio - avrebbe potuto in seguito decidere l'uso per Archivio di Stato e il passaggio all'allora Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, che ne avviò il ripristino.
La costruzione si presenta con la caratteristica tipologia conventuale, a quadriportico con cortile interno, dal corpo a impianto quadrangolare, al quale sono stati aggiunti locali non coevi.
La destinazione ad Archivio di Stato ha suggerito di utilizzare come depositi e per le sale mostre e conferenze gli ambienti molto vasti del piano terra, disposti intorno ai tre lati del portico (il quarto è addossato alla chiesa), che in origine ospitavano certamente la cucina, le cantine, le dispense, il refettorio e il magazzino degli attrezzi agricoli, di sistemare gli uffici invece al primo piano, nella serie di cellette piccole, disimpegnate da un corridoio continuo. Al primo piano anche la sala di studio, in un ampio vano con volta lunettata.